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Ferrari SF1000, la pietra miliare del Cavallino

Vantare una storia così gloriosa non è da tutti. La Ferrari SF1000, infatti, rappresenta la Scuderia di Maranello che, nel 2020, ha disputato il 1000° GP.

Ferrari SF1000
La SF1000 esposta al Museo dell’Automobile di Torino.

Quando si parla della Ferrari è inevitabile riferirsi anche al motorsport. Il Cavallino Rampante, infatti, è icona di questo mondo in cui ha scritto pagine epiche di storia. Successi, piloti, personaggi e tecnica, infatti, costituiscono il passato della Scuderia italiana. Così, in un anno estremamente particolare per tutto il mondo, la Ferrari ha reso tributo alla sua identità, disputando il 1000° Gran Premio della propria storia. Dunque, la monoposto 2020 è stata chiamata Ferrari SF1000, proprio in onore dell’importante ricorrenza.

Il mito

Le radici di una storia vincente e blasonata, come quella del Cavallino, risalgono a molto lontano. La Scuderia Ferrari nasce a Modena il 16 novembre 1929, dal genio di Enzo, grande appassionato di auto. Il suo amore per le corse, infatti, lo spinge a partecipare sia come pilota che, successivamente, anche come costruttore nelle maggiori competizioni. Il Cavallino, donato dalla mamma del Generale Francesco Baracca, poi, diventa il simbolo di un marchio che passerà alla storia. Il DNA della Ferrari, dunque, si basa sulle corse e, proprio per trasferire questo concetto su strada, in seguito nascerà la Ferrari, azienda automobilistica con sede a Maranello (MO). Dopo alcuni anni nella Squadra Corse Alfa Romeo, infatti, il 12 marzo 1947 Enzo Ferrari realizza il proprio sogno.

Ferrari SF1000
Una monoposto Alfa Romeo con il Cavallino Rampante, esposta al Museo Storico di Arese (MI).
Ferrari SF1000
L’officina meccanica della famiglia Ferrari, a Modena, dove ora sorge l’omonimo Museo.
Ferrari SF1000
L’entrata storica della Ferrari, a Maranello.

Col tempo, così, il nome Ferrari inizia a riecheggiare nel motorsport, grazie ai successi ottenuti in diverse categorie: dalla 24 Ore di Le Mans alle gare americane, avendo come fulcro la Formula Uno. Già, proprio il Circus è il vero habitat naturale del Cavallino, in cui, ad oggi, la squadra detiene il maggior numero di Titoli Piloti (15) e Costruttori (16) conquistati. Inoltre, da quando è stato istituito il Mondiale nel 1950, la Scuderia Ferrari è l’unica ad aver partecipato a tutte le stagioni. Gran Premio dopo Gran premio, tra vittorie ed intuizioni formidabili, come l’effetto suolo (vedi “Ferrari 312 B3 “Spazzaneve”, madre della serie T” per approfondire), si è giunti al 2020. L’anno, infatti, rappresenta un anniversario importante: a Maranello si celebra il 1000° GP in Formula Uno.

2020: dove eravamo rimasti?

La stagione 2019 si era conclusa con ottimi risultati per il Cavallino Rampante, grazie alle buone prestazioni della SF90 e dei propri piloti. Tutti ricorderanno, ad esempio, la grande ascesa di Charles Leclerc iniziata già ad inizio anno. Il primo lampo è stata la Pole ottenuta in Bahrein, non bissata la domenica a causa di un problema tecnico in gara. La stagione è poi proseguita con le vittorie di Spa e Monza, ancora con il giovane monegasco. Anche Vettel, però, ha detto la sua, grazie al successo di Singapore ed alla Pole in Giappone. Dunque, il 2019 si chiude con la Ferrari seconda nella classifica Costruttori, davanti a Red Bull e dietro a Mercedes.

Ferrari SF90
Charles Leclerc a Monza durante la gara del GP d’Italia 2019.

Dunque, tutte le premesse sono per un buon 2020. Il testimone passa dalla SF90 alla Ferrari SF1000 (sigla di progetto 671), quest’ultima presentata l’11 febbraio 2020 al Teatro Romolo di Reggio Emilia, città del Tricolore italiano. Il periodo, però, è molto particolare ed avvolto da incertezza. Proprio in quelle settimane, infatti, si inizia a parlare di Covid, una malattia infettiva che preoccupa e, successivamente, fermerà il mondo per diversi mesi, a partire da marzo. Il Mondiale di Formula Uno, dunque, scatta il 5 luglio a Spielberg, in occasione del GP d’Austria, dove si correrà anche la settimana successiva il GP di Stiria, in onore della regione dove è situato il tracciato.

Ferrari SF1000, l’eredità importante in un anno complicato

La stagione 2020, perciò, è stravolta. Incredibilmente, la FIA riesce ad intavolare un calendario di ben 17 Gran Premi quasi a livello mondiale, con l’ultimo a dicembre. La pandemia dovuta al Covid, infatti, causa l’annullamento di alcune gare, come il GP di Montecarlo per la prima volta nella storia della F1, proprio dove la Ferrari aveva debuttato nel 1950. Nel 2020, poi, si corre su piste rientranti, come Istanbul, e per 3 volte in Italia grazie a Monza, Imola e Mugello. Già, proprio quest’ultimo è un nome caro a Maranello. Il tracciato, infatti, è di proprietà Ferrari, dove si corre il 1000° GP per il Cavallino, inizialmente previsto in Canada ma appuntamento anch’esso cancellato.

Ferrari SF1000
La Ferrari SF1000.

Durante i mesi in cui il mondo si è fermato a causa della pandemia, però, accadono alcuni fatti che andranno ad incidere la stagione. In primo luogo, a maggio, la Ferrari annuncia il divorzio con Sebastian Vettel, pilota tedesco che approderà all’Aston Martin nel 2021. A Maranello, invece, subentrerà Carlos Sainz, lo spagnolo in forza alla McLaren fino al termine del 2020. L’altro grande dibattito, invece, riguarda le voci di un possibile accordo FIA – Ferrari. In realtà, già a fine febbraio erano trapelate notizie in merito ad una riduzione di potenza riguardante la Power Unit (formata da motore termico + componente elettrica) del Cavallino. Queste voci, dunque, trovano conferma nell’arco della stagione, in cui la Rossa attraversa gare non facili.

La stagione 2020

Il Campionato del Cavallino, quindi, è complicato. Tramite un comunicato ufficiale, la FIA dichiara il termine delle indagini sui motori Ferrari, concluse con un accordo prima del via. La stagione, perciò, vede la squadra di Maranello non lottare ai vertici, nonostante arrivi qualche risultato interessante. In occasione del GP d’apertura in Austria, ad esempio, Leclerc raccoglie il secondo posto, per poi tornare sul podio a Silverstone, terzo, nel GP del 70° Anniversario dalla nascita del Mondiale F1.

Ferrari SF1000
Charles Leclerc sul podio del GP di Silverstone, in onore dei 70 anni dalla nascita del Mondiale.

Nel corso della stagione, però, si evidenziano le difficoltà della monoposto. Leclerc, comunque, oltre ai due podi citati, riesce ad accedere al Q3 (la sessione di qualifica in cui si decreta la Pole) 10 volte su 17 appuntamenti, mentre conclude al quarto posto la domenica in 4 occasioni. Diversa, invece, la situazione di Vettel che ottiene un podio, terzo in Turchia, ed un solo accesso in top 10 il sabato. La stagione 2020, conclusa ad Abu Dhabi, dunque, vede la Ferrari al 6° posto in classifica Costruttori, mentre Leclerc 8° e Vettel 13° per i Piloti.

Ferrari SF1000
Sebastian Vettel a bordo della Ferrari SF1000.

Ferrari SF1000, il GP della Toscana

In questo contesto particolare, come già anticipato, l’Italia vede 3 Gran Premi nel corso del 2020. Oltre allo storico GP d’Italia, corso all’Autodromo di Monza, ritorna Imola che, in quella stagione, ospita il Gran Premio dell’Emilia Romagna a fine ottobre. Il terzo appuntamento italiano, invece, si tiene all’Autodromo del Mugello, una settimana dopo il GP di Monza, nell’impianto di proprietà Ferrari come detto. La gara viene chiamata “Gran Premio della Toscana e Ferrari 1000”, proprio per ricordare che l’evento celebra il 1000° GP del Cavallino. Il numero, dunque, compare in giallo sul cofano della vettura, insieme ad una livrea inedita.

La livrea dei 1000 GP.

La Ferrari SF1000, infatti, in occasione della gara in Toscana adotta uno stile particolare che rende onore al passato. Un esempio è il colore, Rosso amaranto ispirato alle prime vetture da corsa del Cavallino, a differenza della tonalità opaca adottata durante il corso della stagione. Altro aspetto, poi, riguarda i numeri che ricordano quelli di un tempo, quando essi erano verniciati di bianco sulla carrozzeria (nella monoposto esposta non sono presenti). Anche le tute dei due piloti ed i caschi, inoltre, riprendono lo stile della livrea vettura, con il Tricolore italiano sempre presente.

Dettagli e caschi.

Il weekend al Mugello

Dopo la presentazione della livrea il giovedì, il fine settimana in Toscana si accende il venerdì con l’azione in pista. Sin dalle prove libere si capisce che le Rosse dovranno soffrire, sensazione concretizzata nelle qualifiche del sabato. Vettel rimane fuori dal Q2, chiudendo 14°, mentre Leclerc riesce ad agguantare il Q3 piazzandosi in quinta posizione. La gara, poi, è stata molto intensa a causa di incidenti e bandiere rosse che hanno portato addirittura a 3 partenze dalla griglia. Il GP della Ferrari, comunque, si conclude con le due Rosse in top 10, 10° Vettel ed 8° Leclerc. Il monegasco, tra l’altro, era stato protagonista di un grande avvio di gara che lo avevo portato in terza posizione.

Ferrari SF1000
Charles Leclerc in azione al Mugello.

Ferrari SF1000, l’aerodinamica

Citando la livrea particolare, abbiamo iniziato a parlare dell’estetica, dunque analizziamo meglio la vettura 2020. La SF1000 è un’evoluzione della precedente SF90, migliorata sotto molti aspetti, tra cui l’aerodinamica. La monoposto, infatti, presenta un’ala anteriore modificata per quanto riguarda l’estremizzazione del muso ed alcuni flap. Su questi ultimi, tra l’altro, si notano sensori nella parte alta. Rivisti, poi, il fondo e l’area delle pance, dove si possono apprezzare diverse appendici e supporti interessanti. Alcuni di questi, ad esempio, riguardano gli specchietti retrovisori e la zona della presa d’aria sopra la testa del pilota.

Gli elementi aerodinamici.

Altro lavoro rilevante è quello che si nota analizzando le pance, appunto, ed il posteriore della Ferrari SF1000. Queste zone, infatti, sono state migliorate rispetto alla monoposto precedente, grazie ad una riduzione di ingombri riguardanti alcune componenti meccaniche. Tra queste, ad esempio, vi sono diverse parti della Power Unit che sono state ottimizzate insieme al pacco batterie, al fine di sfruttare massimizzare il carico aerodinamico del retrotreno e complessivo. Interessante, poi, lo scarico sdoppiato, posizionato centralmente sopra l’elemento che comprende il pannello LED. Il retrotreno, infine, è completato dall’ala fornita di DRS (componente mobile), alcune fessure sulle paratie laterali e da una “pinna” sul cofano motore.

Il posteriore.

La Power Unit

Passando al cuore pulsante della Ferrari SF1000, descriviamo il propulsore ed altri aspetti. La monoposto 2020 monta un V6 turbo a 90° da 1600 cc (specifica 065), tipologia adottata nel Circus ormai dal 2014, alloggiato posteriore longitudinale. La potenza, trasmessa sull’asse posteriore, è stimata sui 930 cv con una coppia massima di 460 Nm. Le valvole per cilindro sono 4, l’alimentazione è ad iniezione diretta e l’accensione del motore avviene elettronicamente tramite sistema Magneti Marelli. In merito alla combustione, poi, Ferrari è riuscita a migliorare questo aspetto, rendendo più efficiente l’unità termica.

Ferrari SF1000
Dettaglio del retrotreno, dove alloggia la Power Unit.

Come detto nei paragrafi precedenti, la Power Unit è ibrida, dunque formata da una componente elettrica (ERS) in grado di erogare 120 kW grazie all’MGU – K (Motor Generator Unit-Kinetic). Questo elemento, infatti, genera potenza elettrica tramite parte dell’energia cinetica ricevuta dall’albero motore. L’MGU – H (Motor Generator Unit-Heat), invece, è il motogeneratore che recupera l’energia termica del turbo, altro componente della Power Unit. Presente poi, ovviamente, l’ormai indispensabile elettronica di controllo.

Altri aspetti tecnici

Parlando di altre caratteristiche, poi, la frizione è multidisco, mentre il differenziale è autobloccante a controllo idraulico. Il cambio longitudinale è semiautomatico sequenziale a controllo elettronico con palette a volante, dotato di 8 rapporti + RM. Le sospensioni sono push rod all’avantreno, mentre al retrotreno si hanno le pull rod. Le due tipologie differenziano per il modo in cui operano, ovvero la prima tramite puntone ed uno schema a triangoli rovesciati, mentre la seconda mediante tirante. Su un braccio anteriore, poi, si nota “#WeRaceAsOne“, il motto pensato dalla F1 per combattere le discriminazioni e la pandemia. Infine, gli pneumatici sono monomarca Pirelli montati su cerchi OZ da 13″, mentre i freni Brembo sono a disco autoventilanti in carbonio con sistema di controllo elettronico Brake – by – wire al posteriore.

Le sospensioni.

Alcuni dettagli della Ferrari SF1000

Per dare un’idea delle dimensioni, la vettura è lunga 5688 mm, larga 2000 mm, alta 950 mm, con un peso di 746 kg a pieno carico. Tra l’altro, il telaio è un monoscocca in fibra di carbonio ed il serbatoio può contenere fino a 110 litri di benzina. Dal 2018, poi, le monoposto di F1 e delle categorie minori sono dotate dell’Halo, “aureola” appunto a protezione del pilota. L’elemento in carbonio, infatti, è pensato al fine di riparare la testa da urti frontali o ribaltamento. Negli anni, inoltre, i team hanno sfruttato l’Halo anche per introdurre piccole appendici aerodinamiche, ad esempio nella parte superiore.

Ferrari SF1000
Dettaglio dell’Halo, in cui si nota la trama in carbonio.

Passando all’abitacolo, come in ogni altra vettura F1 lo spazio è molto ridotto. Il sedile, ovviamente, è basso ed anch’esso in carbonio come quasi tutta la monoposto. Il volante occupa gran parte dell’ingombro, lasciando spazio solo per le mani del pilota. Questo elemento, piatto sia nella parte inferiore che superiore, infatti, è di dimensioni non troppo ridotte, in quanto vi siano posizionati tutti i comandi insieme al display centrale. Lungo la protezione laterale, infine, si legge “#EssereFerrari“, il motto di questi ultimi anni pensato dal Cavallino.

Abitacolo e volante.

Il passaggio di testimone

Dopo un’intensa quanto complicata stagione 2020, la Ferrari torna a mostrare maggiore competitività l’anno seguente, anche grazie all’arrivo di Carlos Sainz ed ai piazzamenti di Leclerc. Il figlio del campionissimo Rally e Dakar, infatti, regala al Cavallino prestazioni e risultati interessanti, come il 2° posto a Montecarlo. La SF21, poi, in generale, si dimostra meglio della sua antenata, anche grazie ad alcuni studi visti già sulla SF1000. Per una Ferrari definitivamente rinata, invece, bisogna attendere il 2022, anno in cui debuttano gli attesi cambi regolamentari posticipati di un anno a causa della pandemia. Nonostante le difficoltà, dunque, la SF1000 ha reso tributo alla storia del Cavallino, gettando le basi per un futuro migliore.

Ferrari SF1000
La Ferrari SF1000 esposta nella sala “Formula” del MAUTO.

Si ringrazia il Museo dell’Automobile di Torino per la possibilità data. Si precisa, inoltre, che la vettura presenta alcuni elementi utilizzati durante l’arco dell’intera stagione 2020. Dunque, non vi sono solo specifiche del weekend al Mugello e la livrea “1000 GP” è stata riapplicata successivamente.

[Autore articolo: Alessio Zanforlin]

Fonti informazioni verificate:

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