Polestar 2 Performance, 476 cv per l’elettrica a prestazioni elevate
La prova del nuovo modello svedese, ideato per trasmettere sportività e grinta. La Polestar 2 Performance, dunque, incarna questi concetti.

Viviamo in un momento in cui si cercano alternative alle propulsioni più inquinanti, mediante l’utilizzo di motori ibridi, biocarburanti e l’elettrico. Proprio quest’ultimo sta assumendo un ruolo rilevante negli ultimi anni, quando molti marchi hanno scelto la corrente come alimentazione per molteplici modelli. Polestar è una delle case automobilistiche che ha deciso di puntare sull’elettrico, rilanciandosi sul mercato. Già, perché la realtà svedese è conosciuta come marchio sportivo di Volvo, ora parte al Gruppo cinese Geely Holding e, per questo motivo, sta vivendo una seconda vita anche nel Paese orientale. L’indole sportiva di Polestar, però, rimane, nonostante l’assenza della propulsione termica e grazie a modelli di rilievo come la Polestar 2 Performance. Potenza, reattività e studio attuato per accentuare le doti del mezzo, rendono la vettura fra le più interessanti del segmento Premium. Vediamo, allora, la prova della versione maggiormente pepata.
L’inizio di una nuova era
La rinascita del marchio Polestar inizia il 17 ottobre 2017, quando al Salone di Shanghai viene presentata la Polestar 1, primo modello moderno definito “l’ibrido ad alte prestazioni” dalla Casa stessa. La vettura, prodotta in soltanto 1500 esemplari, infatti, ricalca le linee di una berlina sportiva, motorizzata da un’unità ibrida plug in appunto, dunque con ricarica alla colonnina. Proprio la propulsione, innovativa al tempo, è uno dei punti cardine del modello. Questa, perciò, è formata da un motore a benzina 4 cilindri in linea 2 litri e tre unità elettriche che, insieme, sprigionano 609 cv ed una coppia massima di 1000 Nm. Nel dettaglio, la Polestar 1 adotta un turbocompressore ed un supercompressore, quest’ultimo ideato per ridurre il turbo lag (ritardo del turbo) ai bassi regimi. Sull’asse posteriore, invece, troviamo 2 motori elettrici in aggiunta al generatore di avviamento integrato.









Oltre all’unità motrice alternativa, la Polestar 1 presenta una meccanica studiata ed una tecnologia di livello. Le tre batterie agli ioni di litio, infatti, consentono alla vettura di registrare un’autonomia di 124 km in completa modalità elettrica, un qualcosa di interessante ancora oggi. Inoltre, la sportiva svedese è stata testata su pista, ambito in cui si sono raffinati tenuta di strada, sterzo ed il software che controlla il controllo dinamico della trazione. Quest’ultima, tra l’altro, è integrale e trasmessa da un cambio automatico ad 8 rapporti con palette a volante. E poi la linea. Da molti definita una “GT migliorata in tutto“, la Polestar 1 rappresenta uno stile semplice quanto efficace anche aerodinamicamente. Questi concetti, dunque, diventeranno la base per i progetti futuri, con l’avvento della propulsione elettrica.
Polestar 2 Performance, il futuro è già presente
Così, dall’esperienza maturata con il primo modello del nuovo corso Polestar, nasce la Polestar 2, vettura definibile berlina ma con specifiche particolari. La presentazione avviene tramite un evento online il 27 febbraio 2019, mentre al pubblico la vettura verrà svelata in seguito al Salone di Ginevra dello stesso anno. La Polestar 2, quindi, è dichiarata dalla Casa come una “fastback 100% elettrica ad elevate prestazioni“, ed effettivamente è così. Le forme, infatti, sono nuovamente semplici, riprendendo i tratti di una berlina ma più massiccia nelle proporzioni. Le dimensioni, quindi, sono 4.606 mm di lunghezza, 1.985 mm di larghezza (con specchietti aperti) e 1.479 mm (1.473 mm con il Performance Pack) in altezza. Il passo è di 2.735 mm, mentre per la carreggiata si registrano 1.602 mm all’anteriore e 1.601 mm al posteriore. Il peso a vuoto, poi, si aggira sui 2113 kg.





Esaminando l’estetica, quindi, il secondo modello del Marchio risulta compatto quanto fluido, anche parlando della Polestar 2 Performance in esame. Iniziando dal frontale, la vettura non presenta la tipica griglia per raffreddare il motore, bensì una calandra in cui sono alloggiati i diversi sensori e radar. La pulizia delle forme, quindi, si percepisce già dall’anteriore che, nella zona bassa del paraurti, crea una linea continua insieme ai fari fendinebbia. I gruppi ottici principali LED Pixel con abbaglianti adattivi (opzione Pilot Pack), inoltre, sono accattivanti. Questo avviene grazie ad uno stile dinamico, composto da segmenti netti e figure futuristiche. Il cofano, poi, risulta armonioso con la silhouette vettura, senza creare cambi di profilo improvvisi. Molto interessante, infine, la targhetta “Polestar Engineered” applicata sulla calandra frontale.



Semplicità delle linee e dettagli esclusivi
Proseguendo nell’esaminare l’estetica, la Polestar 2 mantiene le sue forme armoniose quanto futuristiche anche lungo le fiancate, dove, però, vi sono alcuni aspetti curiosi. In primo luogo, si nota un’area in bassorilievo nella parte bassa delle portiere, sagoma che si congiunge al passaruota posteriore. Proprio in questa zona, poi, sono indicati alcuni aspetti tecnici del veicolo, come la potenza del motore elettrico. Questo è un dettaglio molto gradevole e, con lo stesso concetto, sono riportate altre informazioni dell’auto in altrettante aree, tra cui gli interni. Le maniglie, invece, “spezzano” un po’ il concetto di pulizia nelle linee essendo a vista, ma comunque assolutamente in armonia con lo stile esterno. Questa scelta, infatti, è molto curiosa, in quanto “controcorrente” rispetto a tanti altri modelli moderni che adottano maniglie a scomparsa, uno fra tutti la Polestar 1.







Passando al posteriore, notiamo la sagoma dei fari che avvolge tutta la larghezza della vettura, dando un’idea di continuità. Questo concetto stilistico, inoltre, è rimarcato anche nel vetro del lunotto, il quale è completamente a filo con il tetto. Su quest’ultimo, poi, spicca l’ormai tipica antenna “a pinna”, dettaglio aerodinamico immancabile. Il design esterno della Polestar 2 si completa di altri elementi, quali la scritta “Polestar” all’interno dei fari posteriori ed i cerchi in lega forgiati Black Polished a 4 razze multiple da 20″. Questi ultimi, tra l’altro, sono esclusivi per il Performance Pack come altre specifiche. Un primo esempio sono le pinze Brembo in alluminio color oro svedese a quattro pistoncini con dischi ventilati forati da 345×30 mm (anteriori) e 340×20 mm (posteriori), sempre in alluminio. Telaio e sospensioni, poi, sono anch’essi ottimizzati per la versione Performance, come vedremo dopo.





Polestar 2 Performance, gli interni di qualità
L’abitacolo della berlina elettrica svedese è altrettanto armonioso e pulito come le linee esterne. Ciò che si nota entrando nella Polestar 2 Performance, quindi, è il comfort generale della vettura ma, allo stesso tempo, trasmettendo l’idea di sportività. Questo concetto particolare, infatti, è dato dai dettagli Performance, quali le cinture di sicurezza in tinta con le pinze dei freni. Per il resto, l’abitacolo è “avvolgente” grazie alle forme morbide di cruscotto ed altri elementi. Un aspetto che riguarda la cura dei dettagli, quindi, si percepisce nei rivestimenti interni ricercati, composti da pelle nappa Animal welfare traced. Questo, infatti, è un tessuto particolare ed in rilievo che rispetta il benessere degli animali, dunque si pone attenzione all’ambiente anche sotto questo punto di vista. Altri rivestimenti, come il WeaveTech vegano, sono ripresi anche in alcune aree delle portiere.









Abbiamo parlato di comfort, perciò la comodità della Polestar 2 Performance si nota in diversi aspetti. I sedili sono completamente elettrici, con supporto lombare a quattro vie e funzione di memoria per il sedile del conducente. Questo sistema, infatti, consente di scendere e salire con maggiore comodità, per poi ricollocare automaticamente il sedile nell’impostazione scelta precedentemente. I passeggeri posteriori, poi, godono di reti portaoggetti nello schienale (con il Plus Pack), sistema di ventilazione e 2 entrate USB che si aggiungono alle 2 anteriori. Il tunnel centrale, invece, include il selettore per le modalità di marcia con logo illuminato, insieme al display da 11,2″. Mediante quest’ultimo si possono gestire e selezionare le differenti opzioni dell’infotainment e di guida, come vedremo in seguito. La cura dell’abitacolo culmina con le luci interne, molteplici vani portaoggetti ed un bagagliaio da 407 litri di capienza (1097 litri con i sedili abbassati).











Gli aspetti tecnici
Come detto, il comfort unito alla prestazioni è la chiave della Polestar 2 Performance. Parlando della propulsione, dunque, la 5 porte svedese adotta due motori elettrici da 350 kW complessivi, ovvero 476 cv, da qui la denominazione Dual Motor. La coppia massima di 740 Nm, perciò, è trasmessa sulle quattro ruote motrici, garantendo un’accelerazione 0-100 km/h in 4,2 secondi e 205 km/h di velocità massima. La batteria, agli ioni di litio da 400 V, è formata da 27 moduli e misura una capacità di 82 kWh, garantendo fino a 568 km di autonomia. Oltre alle già citate pinze Brembo maggiorate, poi, la Polestar 2 Performance adotta specifiche proprie della versione anche per quanto riguarda telaio e sospensioni. In merito al primo, si ha un elemento pensato ad alte prestazioni, dunque in grado di garantire il meglio in termini di stabilità e rigidezza ad esempio.




Proprio la rigidezza identifica le sospensioni con ammortizzatori Öhlins specifici, aventi valvola a flusso doppio. Questi, infatti, consentono fino a 22 impostazioni regolabili manualmente, sia anteriori che posteriori. Tutto ciò, perciò, si traduce in maggiori prestazioni del mezzo, come precisione durante la guida unita alla già citata stabilità. Lo sterzo, poi, varia la propria durezza e sensibilità a seconda delle tre opzioni scelte dal display centrale, ovvero Leggera – Normale – Intensa. Inoltre, sempre dallo schermo touchscreen 11,2″ si può selezionare la modalità Sport, la quale disattiva alcuni controlli come l’ESP (Electronic Stability Program, controllo elettronico di stabilità). Altri comandi interessanti, poi, riguardano il sistema One Pedal Drive e l’opzione Creep. La prima consente di guidare utilizzando un solo pedale, poiché la vettura rallenta e frena autonomamente soltanto rilasciando l’acceleratore. Creep, invece, permette al mezzo di ripartire automaticamente quando si è fermi da qualche istante.







Le sensazioni alla guida della Polestar 2 Performance
Salendo a bordo della cinque porte svedese, ci si sente immersi in un ambiente accogliente, anche grazie al tettuccio panoramico che filtra maggiore luminosità all’interno. Molto gradevole, tra l’altro, il logo Polestar impresso sul vetro superiore. Di fronte al conducente, poi, troviamo uno schermo da 12,3″ che consente di visualizzare alcune informazioni utili durante la guida. Come detto prima, poi, i sedili sono comodi e forniti di ventilazione che, uniti al volante riscaldato, offrono maggiore comodità. Guidando la Polestar 2, quindi, non si ha molta percezione delle sconnessioni nel terreno, nonostante le sospensioni irrigidite per la versione Performance. Queste, infatti, ammortizzano bene le asperità alle basse velocità, mentre aumentando il ritmo si percepisce come la vettura sia stabile. Molto buona, poi, l’accelerazione che, come si sa, su un’auto elettrica sopraggiunge più rapidamente. L’aumento di velocità, però, non è improvviso e “nervoso”, bensì graduale.





Quando si schiaccia sul pedale dell’acceleratore, infatti, la Polestar 2 Performance trasmette sensazioni da vettura sportiva, mantenendo un profilo comunque docile. La frenata, poi, è chiaramente un punto di forza anche grazie alla propulsione, in quanto la batteria si rigenera in fase di rallentamento. Il One Pedal Drive, a proposito, è utile (quanto comodo) in città, bisogna soltanto adattarsi alla funzione. Anche la visibilità dall’abitacolo è ottima, con gli specchietti retrovisori modulabili tramite pulsanti interni. Ciò che colpisce di essi, però, è che siano un componente unico, ovvero il vetro è completamente unito alla calotta esterna. Questo, perciò, permette maggiori impostazioni di posizionamento. Infine, la cura interna è ulteriormente dimostrata dal battitacco cromato, sul quale campeggia il logo della Casa, e dal già menzionato selettore per le modalità di marcia (Parking, Drive, Neutral, Retro), di forma particolare. Allora, non ci resta che provare la Polestar 2 Performance in pista…







Il test è stato effettuato in un lasso di tempo ridotto, dunque alcuni aspetti potrebbero non essere stati percepiti e/o esaminati.
Si ringrazia Polestar Italia per la gentilezza e la possibilità.
[Autore articolo e prova: Alessio Zanforlin]
Fonti informazioni verificate:
- Polestar Italia: www.polestar.com/it
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by azetamotori 16 Maggio 2023
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