Due chiacchiere con Dindo Capello
Il racconto del breve incontro con uno dei piloti più vincenti nella storia di Le Mans e non solo, il grande Dindo Capello.

Dindo Capello, “l’uomo endurance”
Incontrare un pilota di livello è sempre molto emozionante ma parlare con un protagonista che ha scritto la storia delle gare di durata, ancora di più. Rinaldo Capello, detto “Dindo”, è, infatti, lo “specialista” delle gare di durata nelle quali ha trionfato ed ottenuto risultati di rilievo diverse volte. Classe 1964, nasce ad Asti ed inizia la sua carriera sportiva sui kart, come la maggior parte dei piloti, fino a quando, nel 1982, approda alla Scuola Federale CSAI dove spicca tra i migliori allievi, da qui la svolta.

Negli anni successivi, Dindo partecipa a diversi campionati Formula e Turismo ottenendo grandi risultati, fino a debuttare, nel 1998, alla 24h di Le Mans con una McLaren GT. Questa opportunità gli aprirà la strada verso i grandi successi. Dindo, infatti, è molto conosciuto per le imprese con l’Audi, Casa con cui inizia a correre nel 1999 a bordo di una R8R, vettura concepita per le gare di durata europee ed americane. Con questa monoposto, il pilota italiano arriva 3° alla 12 Ore di Sebring e 4° a Le Mans.
Il rapporto con Audi e la 24 Ore di Le Mans
L’approdo in Audi fu la vera chiave di svolta per la carriera di Dindo nelle gare endurance, anche se la prima 24h di Le Mans se la aggiudica a bordo della Bentley Speed 8 nel 2003. L’anno successivo, poi, il pilota piemontese torna a correre con la Casa tedesca. Vincerà, così, altre 2 volte la prestigiosa gara francese, nel 2004 con la R8 e nel 2006 con l’Audi R10 TDI, oltre ad ottenere diversi piazzamenti a podio.

Il pilota piemontese termina la sua carriera agonistica nel 2012 ottenendo l’ennesimo podio sul Circuit de la Sarthe, con un secondo posto ancora targato Audi. In realtà, Dindo aveva annunciato il suo ritiro già nel 2011, anno in cui vi fu il brutto incidente di Allan che costrinse la Casa dei Quattro Anelli ad abbandonare la gara di Le Mans. Per questo motivo, l’Audi chiede a Dindo di correre ancora un anno per concludere al meglio la carriera, così è stato.
Una delle vetture care a Dindo
Se qualcuno ha letto attentamente il paragrafo precedente, si fa riferimento a TDI, una sigla che riguarda una tipologia di motore, ovvero quello Diesel. Questa propulsione, infatti, non è molto diffusa nel motorsport in quanto il motore a benzina è stato sempre più performante in questo ambito, Audi però ha creduto fortemente nel Diesel per i suoi impegni sportivi. Così, fin dalla R10 del 2005, la Casa tedesca adotta il motore a gasolio nel motorsport, diventando la prima a trionfare nella 24h di Le Mans con questa propulsione.

La tecnologia vincente dell’Audi viene dunque migliorata ed implementata, aggiungendo la componente ibrida al motore TDI a partire dal 2012, introdotta sulla R18 e – tron Quattro per la categoria LMP1 del Mondiale Endurance. Proprio questa vettura è esposta momentaneamente all’Audi Zentrum di Alessandria, dove Dindo Capello ci ha spiegato alcune caratteristiche. Grazie allo “spaccato”, infatti, si possono apprezzare molti dettagli meccanici e dell’abitacolo, oltre ovviamente al motore.

Il cuore pulsante della R18 e – Tron Quattro
Come anticipato, la propulsione è di tipo ibrida, con la componente termica Diesel V6 turbo 3,7 litri da 510 cv posizionata al posteriore ed accompagnata da un motore elettrico da 150 kW sull’asse anteriore. La trazione è integrale, come indica la sigla “quattro”, ma rivisitata rispetto a quella adottata sulle vetture a propulsione tradizionale: grazie ad un sistema elettronico che regola il bilanciamento, la potenza viene ripartita equamente sui 2 assi.

Questa tecnologia è molto importante in quanto il regolamento di quegli anni imponeva che solo le vetture ibride potessero avere 4 ruote motrici a patto che il motore elettrico fosse posizionato opposto rispetto a quello termico, mentre i veicoli tradizionali dovevano adottare la trazione posteriore derivante dal solo motore a combustione. Audi, quindi, per differenziare i propri studi, presenta la R18 sia in versione ibrida (e-tron quattro appunto), sia con motore TDI tradizionale, quest’ultimo sulla R18 denominata Ultra.

Un’altra disposizione regolamentare, inoltre, imponeva che il motore elettrico delle vetture ibride si attivasse dalla velocità di 120 km/h per evitare il vantaggio di trazione in uscita di curva nei confronti dei veicoli tradizionali, i quali correvano nella stessa categoria di quelli ibridi.
Riguardo il telaio, invece, per entrambe le tipologie di R18 si ha un monoscocca in fibra di carbonio ultraleggero, studiato con una presa d’aria superiore alla cellula di guida.
Gli aneddoti di Dindo Capello
Proprio in merito alla propulsione ibrida della R18, Dindo ci ha raccontato qualche caratteristica in più, come il fatto che il motore dovesse seguire una particolare procedura di accensione prima di ogni sessione. Essendo un Diesel, infatti, si richiedeva, ad esempio, maggiore attenzione nel riscaldamento a differenza di un benzina. Inoltre, incideva anche il fatto che fosse un motore progettato per gare endurance, quindi con peculiarità estreme.
Per quanto riguarda l’abitacolo, osservando lo “spaccato” della vettura si nota già quanto la posizione di guida sia molto simile a quella delle monoposto di Formula Uno, con il pilota quasi sdraiato.

Riguardo a questo argomento, Dindo ha aggiunto che ovviamente non fosse facile avere un’ottima visibilità, per diversi motivi. Il primo è, ad esempio, che il passaruota della vettura sia più alto rispetto alla posizione di guida con conseguente ingombro visivo in curva. La seconda motivazione è dovuta al parabrezza non molto ampio che, soprattutto di notte, creava qualche problema.
La cellula centrale è un altro aspetto molto interessante, con la plancia comandi sulla sinistra ed il volante semi-centrale, anch’esso provvisto di diversi manettini per i settaggi.

Anche le parti meccaniche sono curiose, con la zona dei braccetti delle sospensioni e le prese d’aria dei freni molto simili a quelle delle monoposto F1. Il cambio, invece, è un sequenziale elettropneumatico a 6 rapporti.

La conclusione dell’incontro
Ad oggi Dindo Capello è proprietario di 4 concessionari ufficiali Audi Zentrum in Piemonte (Asti, Alessandria, Alba e Cuneo), tramite i quali coltiva la sua passione per le auto. Inoltre, Rinaldo è presente agli eventi Audi a cui spesso è ospite ed ambasciatore del brand.
Durante la breve chiacchierata, tenutasi al Zentrum di Alessandria, era presente anche Ayman, un amico di Alessio Zanforlin nonché cofondatore di Piedmont Kart, squadra che partecipa al Campionato SODI SWS al quale è iscritto anche il fondatore di Azeta Motori. Dunque, terminato l’incontro, oltre a scambiare i saluti e ringraziare Dindo, Ayman ha proposto di organizzare qualche turno sui kart con il pilota astigiano… Chissà se Dindo ci penserà e darà la possibilità… Intanto averlo conosciuto è già stato un onore.

Si ringraziano il Signor Rinaldo “Dindo” Capello ed il personale del concessionario Audi Zentrum di Alessandria per l’ospitalità e la gentilezza.
[Autore articolo: Alessio Zanforlin]
Fonti informazioni verificate:
- Dindo Capello in persona ed il proprio sito ufficiale: www.dindocapello.com
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