Ferrari 126 CK, la prima Rossa dell’ era turbo in F1
L’insuccesso della precedente 312 T5 porta il Cavallino a sviluppare un nuovo propulsore più performante. La vettura prescelta è la Ferrari 126 CK.

Un progetto nuovo per risollevare il Cavallino
La Formula Uno è da sempre un palcoscenico di sviluppi quanto di alta competitività. Nella storia del Circus, infatti, si può passare dai vertici al fondo della griglia in breve tempo a causa delle scelte tecniche prese. Parlando della Ferrari, ad esempio, il 1979 è l’anno in cui Cavallino si aggiudica il Titolo Piloti grazie al sudafricano Jody Scheckter, oltre a quello Costruttori. I risultati ottenuti dalla Rossa sono anche opera di Gilles Villeneuve, il talentuoso pilota canadese, e della preformante monoposto 312 T4.


Così, sulla solida base di questi successi, Mauro Forghieri progetta la vettura del 1980 ispirandosi molto alla 312 T4. Questo concetto, probabilmente, è stata la vera causa dell’insuccesso visto in questa stagione. La 312 T5, infatti, sarà una vettura di bassa classifica, equipaggiata di un V12 aspirato che ormai non è più competitivo. Così, la stagione 1980 diventa un periodo di transizione verso la Ferrari 126 CK, monoposto equipaggiata del motore turbo.

Ferrari 126 CK: il propulsore turbo
Come anticipato, il motore aspirato è sostituito da quello turbocompresso, introdotto per la prima volta in Formula Uno dalla Renault, nel 1977. La configurazione motoristica scelta dalla Ferrari ha una disposizione a V dei 6 cilindri, tipologia che si adatta meglio alle caratteristiche delle monoposto anni ’80. La peculiarità di queste vetture, infatti, è di sfruttare al meglio l’effetto suolo, per questo motivo spesso si utilizza il termine “wing car” per indicare queste auto.

Per migliorare il baricentro, i tecnici di Maranello pensano ad un’inclinazione tra le bancate di 120°, alloggiando all’interno di esse il sistema di sovralimentazione. Questo ultimo era dotato di un turbocompressore KKK, prodotto dalla omonima azienda tedesca Kühnle, Kopp & Kausch. Il propulsore sviluppa 570 cv con una cilindrata di 1500 cc, spingendo la Ferrari 126 CK alla velocità di 320 km/h.

Le vicende inerenti la scelta del motore
La prima apparizione del propulsore turbo Ferrari avviene in realtà già nel 1980, durante le prove libere del GP d’Italia a Monza. Gilles Villeneuve, infatti, a bordo della 126 CK segna un tempo di molto migliore rispetto a quello del compagno di squadra. In seguito, durante l’inverno, a Maranello si testano due motori differenti. Oltre al già citato compressore KKK, infatti, si prova anche l’elemento Comprex prodotto dalla Brawn Boveri, azienda svizzera. Quest’ultimo compressore, che verrà adottato sulla vettura test 126 CX, era un dispositivo “ad onda di pressione”, il quale riduceva il ritardo dato dal turbo in accelerazione e comunemente chiamato “turbo – lag”.

La scelta del Cavallino, alla fine, cade sul compressore KKK in quanto il Comprex risulta inaffidabile. Questa tipologia, infatti, era così potente da spezzare la cinghia che aziona il sistema, facendo perciò prevalere il KKK nonostante fosse meno potente. Da qui, dunque, la sigla CK, mentre “126” è dato dall’inclinazione (120°) ed il numero dei cilindri (6).
Telaio ed aerodinamica della Ferrari 126 CK
Parlando del telaio, la monoposto per il 1981 adotta una struttura tubolare in alluminio che, però, ricava spazio nella zona posteriore, lasciando dunque posto al nuovo propulsore. L’aerodinamica, come già anticipato, è basata sull’estremizzazione dell’effetto suolo dato principalmente da un utilizzo importante delle minigonne sulle fiancate. Questa particolare forma della Ferrari 126 CK, infatti, rende la creazione di Maranello diversa dalle concorrenti, come la Renault.

Altri elementi aerodinamici si possono inoltre notare nella zona anteriore, dove vi sono delle appendici per convogliare i flussi lungo le pance. Sul cofano posteriore, invece, sono presenti alcune piccole prese d’aria NACA, particolari per la loro forma. Questa tipologia, infatti, era stata introdotta per la prima volta dalla National Advisory Committee for Aeronautics (NACA appunto, attuale NASA) nel 1945 sull’aereo militare caccia North American YF – 93. La presa d’aria NACA, poi, verrà in seguito adottata anche su diverse vetture di serie del Cavallino (e non solo), come la Ferrari F40.


Le altre caratteristiche tecniche
In merito alle altre peculiarità della Ferrari 126 CK, ecco qualche dato. La monoposto è, ovviamente, a trazione posteriore, lunga 4468 mm, larga 2210, alta 1025 per un peso di 611 kg. Il cambio a 5 marce + RM, come per i modelli precedenti, è trasversale, posizione da cui deriva la lettera T nel nome di alcune monoposto Rosse anni ’70. La frizione è multidisco, mentre gli pneumatici sono Michelin e di dimensioni differenti tra anteriore e posteriore. I freni Brembo in dotazione alla vettura 1981, invece, sono a disco con pinze in alluminio.

La Ferrari 126 CK in pista
La stagione 1981 vede la coppia Rossa cambiare. Jody Scheckter, infatti, si ritira al termine del 1980, venendo così sostituito dal francese Didier Pironi, affiancato dal confermato Villeneuve. Il Campionato prende il via in Argentina, dove la Ferrari nota i primi problemi riguardo il neonato propulsore turbo. Il nuovo motore, infatti, non si sposa con il telaio ereditato dalla precedente 312 T5, contrastando e vanificando la migliorata potenza dell’unità turbo. Così, il 1981 si rivela un anno difficile ma non privo di qualche soddisfazione.

La Ferrari 126 CK, dunque, si addice meglio alle piste lente per i limiti progettuali spiegati poco fa. La prima vittoria, infatti, giunge in occasione del Gran Premio di Montecarlo, dove Gilles Villeneuve trionfa davanti ad Alan Jones, pilota australiano alla guida della Williams – Ford Cosworth. Il talento canadese della Rossa si ripete nella gara successiva in Spagna, sul tracciato di Jarama. Qui, Villeneuve ottiene una delle vittorie più faticose e spettacolari della sua carriera, tenendo dietro sé per 50 giri ben 5 vetture più veloci della Ferrari 126 CK.
Il proseguo della stagione 1981
L’impresa vista in Spagna, però, non è stata l’unica di quella stagione. L’ultima gara del Mondiale 1981 si corre il 27 settembre a Montreal, in Canada, Gran Premio di casa per Villeneuve. Il pilota della Rossa dimostra di essere competitivo in una corsa segnata dalla pioggia e da diversi episodi, come un contatto tra Villeneuve ed Arnoux in partenza. In questa fase, infatti, Gilles danneggia lievemente l’ala anteriore per poi piegarla definitivamente nel tentativo di doppiare Elio De Angelis. Da quel momento, il pilota canadese prosegue la gara con l’alettone rivolto verso l’alto ed in diagonale, compromettendo la stabilità della vettura oltre che la visibilità alla guida. La bravura di Villeneuve, però, lo porta a concludere 3°, segnando uno dei fatti più eclatanti della sua carriera e dell’automobilismo. Per la cronaca, la Ferrari n°27 chiude l’ultimo appuntamento stagionale davanti all’Alfa Romeo 179B del nostro Bruno Giacomelli.


Ben diversa la situazione di Didier Pironi, alla sua prima esperienza con la Rossa. Il pilota francese, infatti, non ottiene grandi risultati, se non una vittoria sfumata in Belgio a causa di problemi meccanici oltre a diversi piazzamenti in zona punti. La stagione 1981 della Ferrari, quindi, vedrà trionfare solo 2 volte la 126 CK insieme ad una Pole Position ed un giro veloce. La Casa di Maranello, invece, conclude quarta nella Classifica Costruttori. Per rivedere il Cavallino vincitore di un Titolo, bisogna attendere la stagione successiva, segnata, però, dalla morte di Villeneuve a Zolder.
[Autore articolo: Alessio Zanforlin]
Fonti informazioni verificate:
- Ferrari: ferrari.com
- Museo dell’Automobile di Torino: museoauto.com
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