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Lamborghini Sesto Elemento, l’essenza dell’estremo

Un progetto ideato per portare al limite il concetto di vettura sportiva. Nasce esclusivamente per la pista, quindi, la Lamborghini Sesto Elemento.

Lamborghini Sesto Elemento
La Sesto Elemento in mostra al Museo Lamborghini.

Nella storia dell’automobilismo, ci sono state diverse Case che hanno introdotto vetture uniche quanto particolari. Lamborghini, come molti sanno, è un esempio da questo punto di vista che, nel corso degli anni, ha saputo distinguersi per progetti estremi. La Sesto Elemento, quindi, rappresenta al meglio il concetto di vettura esclusiva per estetica, tecnologia e prestazioni.

Le origini dell’esasperazione

7 maggio 1963. Ferruccio Lamborghini fonda l’omonima Casa automobilistica con sede a Sant’Agata Bolognese, nei pressi di Modena. L’idea è quella di produrre vetture alternative, che si distinguano dalla concorrenza per stile e performance. Così, nel tempo, questo concetto si è tramandato nell’azienda emiliana, dando vita a prodotti invidiati in tutto il mondo. La prima vettura pensata a Sant’Agata, nel 1964, è stata la 350 GT, capostipite di una leggenda, che verrà prodotta anche in versione Spider con il nome di 350 GTS.

Lamborghini Sesto Elemento
La Lamborghini 350 GT, prima vettura pensata da Ferruccio nel 1964.

Così, arriviamo fino ai nostri giorno, passando per vetture uniche che hanno scritto la storia del design e della meccanica, come la Miura. Ma non solo. La Lamborghini ha sempre ricercato l’estremo e le innovazioni anche nel mondo aeronautico, come rappresenta la Reventón. Questo bolide del 2007, infatti, si ispira all’aereo da caccia F-22 Raptor della Lockheed Martin prodotto insieme a Boeing. E giungiamo, così, al 2010 con un concetto molto simile, espresso dalla Lamborghini Sesto Elemento.

Lamborghini Sesto Elemento, un nome che parla da sè

Nella tavola periodica il 6° elemento è il carbonio. Già, proprio questo materiale, largamente utilizzato nella vetture emiliana, è la chiave delle prestazioni. Dunque, iniziando proprio da ciò, la Lamborghini Sesto Elemento ha la carrozzeria priva di vernice, esaltando la trama della fibra di carbonio unita alla plastica. Questa lega molto particolare è definita CFRP. Il bolide, infatti, è soltanto rivestito di un sottile strato lucido che incorpora microcristalli rossi riflettenti e protettivi. Proprio come la già citata Reventón, quindi, anche la Sesto Elemento si ispira al mondo aeronautico. La lega di cui è realizzata la maggior parte della vettura, infatti, è ideata dall’ACRC Lamborghini (Advanced Composites Research Center) e la Boeing di Seattle.

Lamborghini Sesto Elemento
Lo specchietto retrovisore in cui si nota la trama della lega plastica – fibra di carbonio.

Ma non solo la carrozzeria. I tecnici di Sant’Agata Bolognese hanno studiato anche altre componenti in CFRP, come telaio, albero motore, cerchi ed i principali elementi delle sospensioni, tra cui i bracci. Altri elementi dello stesso materiale, poi, sono i rinforzi per l’assorbimento degli urti, la cellula dell’abitacolo ed il cofango. Quest’ultima componente “unisce” parafango e paraurti in un unico elemento, definito proprio con questo termine dai tecnici emiliani. Dunque, il largo utilizzo della lega plastica – fibra di carbonio dona alla vettura un peso di 999 Kg.

Le linee “aggressive”

Abbiamo parlato della trama ben visibile sulla carrozzeria. Dunque, passando alle forme della Lamborghini Sesto Elemento, il design è sicuramente estremizzato, quanto la vettura di per sé. Le linee, pensate da Filippo Perini, ricalcano i tratti del passato introdotti da Marcello Gandini, come spiega Lamborghini stessa. Il leggendario designer di opere come la Miura e la Countach, infatti, ha espresso forme semplici ma accattivanti, quanto nette, che sono rimaste nella storia. Dunque, iniziando dall’avantreno, troviamo una vistosa presa d’aria che incanala i flussi sotto il paraurti per poi dirigerli verso le due grandi feritoie del cofano anteriore.

Lamborghini Sesto Elemento
Il design della Lamborghini Sesto Elemento.
Lamborghini Sesto Elemento
Il muso molto particolare.

L’aria, inoltre, viene convogliata verso il tetto che, a sua volta, è dotato di due prese esagonali, stessa forma di cui sono le feritoie del cofano motore. Sulle fiancate, invece, la linea è più elaborata. In questa zona, dunque, si hanno, ad esempio, intagli e scanalature nella parte bassa del veicolo, che convergono in una presa d’aria a ridosso del passaruota posteriore. Lo specchietto retrovisore quasi a centro portiera, inoltre, funge anch’esso da elemento aerodinamico. Da notare, poi, la maniglia integrata con la carrozzeria.

Lamborghini Sesto Elemento
Vista laterale della Lamborghini Sesto Elemento, in cui si notano anche le due prese d’aria sul tetto dell’abitacolo, a ridosso del cofano motore.

Il posteriore

Scorrendo vero il retrotreno della vettura, troviamo un’altra area abbastanza elaborata. Le linee, infatti, sono molto più marcate, con l’aggiunta di un’ala “slanciata” verso il posteriore, sostenuta da degli elementi verticali di forma semitriangolare. Nella zona dell’ala, inoltre, vi sono i due terminali di scarico che sporgono dal cofano motore, anch’essi di forma triangolare e raccordati. Questi elementi sono pensati in Pyrosic, materiale composito di vetro unito a ceramica, resistente oltre i 900° C. Il grande lavoro aerodinamico, poi, è stato effettuato nella “coda” della Sesto Elelemento, dove la linea termina con un’aera ricurva verso l’alto. La presenza di un diffusore inferiore, simile ad uno splitter e slanciato anch’esso verso l’alto, infine, conclude lo studio del retrotreno.

Lamborghini Sesto Elemento
Il posteriore della vettura.
Lamborghini Sesto Elemento
I due terminali di scarico ed il logo posizionato centralmente.

Il motore della Lamborghini Sesto Elemento

La belva emiliana è dotata di un propulsore V10 a 90° aspirato da 5.204 cc che eroga 570 cv, per un un rapporto peso potenza di 1,75 kg/CV ed una coppia massima di 540 Nm. Il motore, posizionato longitudinale posteriore, deriva dalla Gallardo LP570-4 Superleggera e consente un’accelerazione 0 a 100 km/h in 2.5 secondi. La velocità massima, invece, supera largamente i 300 Km/h (circa 350). La potenza della Lamborghini Sesto Elemento, poi, è gestita da una trazione integrale che consente la distribuzione su tutte le ruote, migliorando la performance.

Lamborghini Sesto Elemento
Il cofano motore dove alloggia il V10 Lamborghini. Notare gli sfoghi dell’aria esagonali in rilievo, descritti precedentemente.

Curiosa, inoltre, la tecnologia utilizzata per l’iniezione. La Sesto Elemento, infatti, adotta una tipologia diretta e stratificata. Questo sistema consiste nell’iniettare carburante quanto basta per creare una miscela infiammabile a ridosso della candela d’accensione. Il resto della sostanza nel cilindro, invece, risulterà poco infiammabile. Dunque, anche grazie all’elevata leggerezza del veicolo, questa tipologia di iniezione consente una notevole riduzione dei consumi. La trasmissione, invece, è affidata ad un cambio sequenziale 6 rapporti + RM, montato a sbalzo (ovvero, al di là dell’asse posteriore) e centralmente sul retrotreno, ben visibile per la sua colorazione rossa. Un altro dato molto interessante ed importante, inoltre, riguarda le cambiate, che avvengono in appena 120 millesimi di secondo.

Interni ed altri aspetti tecnici

Parlando di dimensioni, la Lamborghini Sesto Elemento è lunga 4580 mm, larga 2045 mm, alta 1135 mm per un passo di 2665 mm. Il bolide di Sant’Agata Bolognese, poi, è dotato di 2 posti e di interni essenziali che ricordano molto una vettura da pista. Il cockpit, ad esempio, è formato da pochi comandi ed un display digitale pronunciato verso chi guida. Il volante è esagonale con impugnatura rossa, stesso colore delle “palette” del cambio. I sedili, inoltre, sono anch’essi estremamente semplici. Essi, infatti, sono formati sostanzialmente da “cuscinetti posti direttamente sulla carrozzeria interna a formare una seduta“, come spiega Lamborghini sul proprio sito.

Lamborghini Sesto Elemento
I particolari interni della Sesto Elemento.

Interessante la forma dei cerchi, realizzati in CFRP come già detto. Essi, infatti, presentano 5 raggi elaborati grazie a delle scanalature interne, al fine di garantire minor attrito aerodinamico. Anche il coprimozzo, dove campeggia il logo Lamborghini, è studiato appositamente. Gli pneumatici da 19″, poi, sono forniti da Pirelli, mentre i freni sono a disco carbo-ceramici, sia all’anteriore che al posteriore.

Lamborghini Sesto Elemento, la serie speciale che anticipa il futuro

L’esclusiva supercar italiana, dunque, è un concentrato di tecnologia che dimostra quanto la Casa del Toro abbia conoscenze nell’ambito di materiali compositi e non solo. La serie speciale è tale anche nel numero limitato di esemplari, ovvero 20, realizzati tra il 2010 ed il 2012. Il modello, inoltre, anticipa le linee che, negli anni successivi, vedremo in altre vetture Lamborghini, come la Huracán. Quest’ultima, infatti, riprende molto della sua “progenitrice”, ad esempio l’anteriore. Come spiega Lamborghini, infine, “non vedrete mai una una Sesto Elemento in strada perché nessuna di loro è stata omologata. Essa è una vettura nata solo per la pista, ed è lì che può esprimere un potenziale di emozioni che non temono rivali“. Il prezzo di queste emozioni? 1,8 milioni di euro. Speciale anche questo.

Lamborghini Sesto Elemento
La Lamborghini Huracán.

[Autore articolo: Alessio Zanforlin]

Fonti informazioni verificate:

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