Alfa 75 Gruppo A, il Biscione tra Rally e pista
Un’auto mitica, entrata nella storia degli appassionati e della Casa milanese. Raccontiamo, dunque, l’Alfa 75 Gruppo A, una delle versioni nate per le corse.

C’è un nome che nella storia delle competizioni risuona ancora oggi glorioso. Alfa Romeo, infatti, rappresenta una parte importante di questo mondo affascinante, di cui spesso è stata protagonista. Una delle vetture che ha rappresentato il Biscione nelle corse, dunque, è anche l’Alfa 75 Gruppo A, modello da gara pensato principalmente per la pista ma che è comparso anche nei Rally. Vediamo la sua storia.
Alfa Romeo, protagonista delle corse
“Anonima Lombarda Fabbrica Automobili“, o più semplicemente ALFA. Già, questo è il nome originario della Casa milanese, fondata il 24 giugno 1910 proprio nel capoluogo lombardo da un gruppo di imprenditori della zona. La società, successivamente, verrà venduta alla Banca Italiana di Sconto, diventando proprietà di Nicola Romeo nel 1915. Le due Guerre Mondiali, poi, sconvolgono la produzione di automobili convertendo le fabbriche a scopo bellico. Sul finire degli anni ’30, però, la Casa del Biscione (simbolo di Milano) pensa ad una vettura che cambierà il mondo delle corse, in cui era impegnata già da tempo. L’Alfa Romeo 158, infatti, sarà la monoposto a vincere il primo Mondiale di Formula Uno, istituito nel 1950.





Qualche scatto dell’Alfa 158.
Già, proprio su quella vettura rossa (perché colore ufficiale dell’Italia nelle competizioni) campeggia il Quadrifoglio Verde, da sempre simbolo del Reparto Corse Alfa Romeo. Il successo ottenuto da Giuseppe “Nino” Farina nel 1950, dunque, porterà il Biscione ad essere un punto di riferimento nelle corse, alimentando ancor di più il mito già creato da Tazio Nuvolari. Nei decenni, così, nasceranno auto uniche per competere sui tracciati internazionali ed in diverse categorie. Un esempio è anche l’Alfa 75 Gruppo A che, tra gli anni ’80 e ’90, diventa uno dei simboli per il Biscione.
Alfa 75, le origini
Passiamo, dunque, alla storia di questo modello. L’Alfa 75, come accennato, viene prodotta tra il 1985 ed il 1993, in diverse versioni stradali e da corsa. Proprio riguardo il periodo citato, i puristi spesso identificano il modello come “ultima vera Alfa Romeo“, in quanto il marchio sarà acquisito dal Gruppo FIAT nel 1986. L’Alfa 75, infatti, viene progettata dal Centro Stile del Biscione e prodotta nello stabilimento di Arese (MI), dove oggi sorge il Museo Storico Alfa Romeo. Il contesto di nascita per questa vettura, poi, è molto particolare. La Casa milanese, infatti, è in crisi economica proprio mentre ricorrono i 75 anni del marchio. Da qui, dunque, il numero nel nome a ricordare l’anniversario.

Per ridare un po’ di fiato all’azienda, quindi, a Milano pensano ad un’erede della Giulietta ’77 senza stravolgimenti, anzi, riprendendo molto del passato. La meccanica, ad esempio, deriva dall’antenata appena citata, come l’ossatura esterna. Dunque, il nuovo modello in realtà non presenta grandi innovazioni ma, anche grazie ad un’efficace ed importante campagna pubblicitaria, l’Alfa 75 riscuote subito un buon successo. Sulla base della versione stradale seconda serie, poi, vengono pensate le vetture da gara per diverse categorie, come N (più estrema) ed A.
Estetica e livrea dell’Alfa 75 Gruppo A
Sul finire del 1988, dunque, debutta la seconda serie del modello prodotto ad Arese, distinguendosi innanzitutto per l’estetica. L’Alfa 75 di fine anni ’80, infatti, presenta linee differenti, come il cofano in rilievo che, precedentemente, ero pensato solo per le versioni più potenti. Parlando della Gruppo A, quindi, bisogna specificare che questo genere di vetture derivavano direttamente dalla serie stradale, elemento che le distingue dai prototipi. Dunque, la versione da gara presenta modifiche che permettono di correre, come roll bar ed altri accorgimenti, mentre a livello visivo il primo elemento che si nota è la livrea.









La livrea dell’Alfa 75 Gr. A.
Analizzando questo primo aspetto, perciò, il rosso è il colore primario della carrozzeria che, unito al bianco di scritte e dettagli, crea la tipica livrea della Casa milanese. “Alfa Romeo” in corsivo, infatti, campeggia lungo le fiancate, oltre che sul cofano motore insieme ad alcune linee che convergono verso il muso della vettura. Sul montante posteriore, poi, troviamo il logo del Biscione da entrambi i lati. Il tutto è completato da cerchi 16″ e specchietti retrovisori bianchi, in abbinamento ai dettagli estetici.
Le forme
L’Alfa 75 Gruppo A, come anticipato, di fatto rimarca le linee della versione stradale. Iniziando dalle dimensioni, la vettura da gara in questione è lunga 4330 mm e larga 1645 mm, mentre per quanto riguarda l’altezza dipende dall’assetto. Per dare un’idea, parlando della serie stradale, quest’ultimo dato si aggira sui 1349 mm che, sul modello da corsa, variano a seconda dell’utilizzo del mezzo. Il passo, poi, è di 2510 mm, mentre il peso oscilla tra i 1150 ed i 1160 Kg. Passando alle forme, la berlina 3 volumi ricalca il periodo storico di produzione, dunque linee “squadrate” ma comunque dinamiche per certi aspetti.







Le linee della vettura.
Il frontale è “puntato” in avanti e presenta una griglia a nido d’ape insieme allo stilema centrale, in cui si trova il logo Alfa Romeo. Questi elementi, tra l’altro, sono posizionati all’interno dell’ingombro fari, anch’essi di forma squadrata. Oltre al già citato cofano in rilievo, poi, i “muscoli” vengono risaltati anche sulle fiancate, dove zone in alto rilievo mettono in luce le linee accattivanti. Inoltre, un elemento nero in plastica collega l’anteriore al posteriore, dove va a creare un leggero spoiler. Il retrotreno, quindi, non è troppo ingombrante ed in armonia con la vettura, mentre i fanali sono completamente rossi, a differenza della prima serie. Nella mezzeria del portellone bagagliaio, infine, spicca il logo Alfa Romeo.
Alfa 75 Gruppo A, i dettagli da gara
Riguardo alcune caratteristiche estetiche della vettura da corsa in questione, ci sono diversi elementi che la identificano. Abbiamo accennato i roll bar, rinforzi che sono presenti sia all’interno dell’abitacolo che nel vano motore. In particolare, aprendo il cofano si nota una barra che sovrasta il propulsore, proprio a riparo dell’unità termica in caso di urto o ribaltamento. Inoltre, il motore è ancorato al roll bar e tramite 5 supporti. L’interno abitacolo, poi, è reso il più essenziale e leggero possibile, mentre il cruscotto presenta diversi comandi e funzioni utili. Anche le portiere sono molto semplici, con la presenza di pannelli interni di plastica avvitati all’ossatura.

















Interni e roll bar.
Nel bagaglio, poi, si trovano la ruota di scorta e la scatola delle pompe benzina, insieme all’alternatore di corrente. Passando ai dettagli esterni, sul cofano sono posizionati due ganci di sicurezza per la chiusura, elementi presenti anche nel portellone bagagliaio ma forniti di una molla in metallo. Interessanti, inoltre, altre caratteristiche, come il gancio anteriore, i parafanghi e le sedi sui longheroni per inserire i cavalletti, due per lato. Sulla traversa laterale sinistra, poi, vi sono due “tiretti “esterni. Uno di essi serve per fermare il circolo di corrente (triangolo blu con la saetta), mentre l’altro per attivare gli estintori interni (logo “E“) in caso di necessità. Come mostrato dalle immagini sopra, infatti, l’abitacolo è fornito di due estintori, di cui uno anteriore “brandeggiabile” (dal termine “brandire“), quindi amovibile, ed uno posteriore fisso, imposti da regolamento.







I dettagli da corsa.
Il 4 cilindri Twin Spark
Giungiamo al cuore pulsante dell’Alfa 75 Gruppo A, la propulsione. La berlina di Arese monta un 4 cilindri in linea Twin Spark da 1962 cc, in grado di erogare anche 200 cv a seconda della mappatura motore ma, parlando della vettura in questione, si è giunti a 181. Il propulsore è posizionato anteriore longitudinale inclinato di 5° a sinistra, mentre la potenza viene trasmessa sull’asse posteriore. Ma l’aspetto interessante e caratteristico è proprio la tipologia di motore. Il Twin Spark, infatti, adotta due candele per ciascun cilindro, garantendo una scintilla maggiore ed il conseguente miglioramento della combustione. Questo, quindi, comporta un aumento di potenza, oltre che un abbassamento dei consumi.





Il motore.
Le valvole totali per questo propulsore possono essere 8 o 16 ma per l’Alfa 75 si è adottato il sistema bialbero 8v, con basamento in alluminio. Riguardo le 16v, introdotte dopo l’unione con FIAT, invece, si hanno due valvole per cilindro pensate in maniera differente. Esse, infatti, non sono della stessa dimensione ma una più grande, posizionata al centro, ed una più piccola disassata, altra caratteristica che consente un’ottimizzazione durante la combustione. Il motore Twin Spark, brevettato con questo nome da Alfa Romeo, riprende una tipologia simile utilizzata da Lancia sui motori aeronautici, nei primi anni del 1900.
Altre caratteristiche tecniche
L’iniezione avviene in maniera indiretta elettronica multipoint, ovvero tramite un sistema che “prepara” la miscela già nel condotto di aspirazione. Questo, dunque, consente di dosare nella maniera corretta la quantità di benzina da iniettare nel cilindro. Parlando di altri aspetti, poi, la frizione è a disco secco, mentre la scatola del cambio a 5 rapporti + RM è posizionata posteriormente, come il serbatoio che è sul lato destro. I freni sono a disco ventilati prodotti dalla Brembo, con diametro di 280 mm ant. e 278 mm post. Le sospensioni sono state rinforzate, sia all’avantreno che al retrotreno, mentre gli pneumatici della vettura protagonista sono Michelin Pilot. Le diverse componenti della vettura da gara, infatti, sono modificate e/o cambiate seguendo i regolamenti imposti tramite specifiche linee guida.

La carriera dell’Alfa 75 Gruppo A protagonista
Molto interessante la storia della vettura descritta nell’articolo. Essa, infatti, è appartenuta ad un ex carabiniere che, con il permesso dell’Arma, gareggiava nei Rally con i colori Alfa ed il logo delle Forze dell’Ordine. La vettura, così, negli anni ha corso diverse gare nei Rally moderni ma, dal momento che è stata prodotta prima del 1990, in realtà avrebbe potuto partecipare anche a competizioni storiche. Come anticipato precedentemente, infatti, l’Alfa 75 Gruppo A era stata pensata principalmente per la pista ma, con questa versione, qualcuno si dilettava anche nei Rally. In questo ambito, tra l’altro, correvano anche altre berline, come la BMW M3. La vettura, attualmente, è di proprietà del concessionario Car Classic Garage, realtà che si occupa di mezzi storici. Gli adesivi Jolly Club, invece, sono stati applicati successivamente e amichevolmente ad una manifestazione, senza che però la vettura abbia mai corso con il team e neppure in pista.

L’Alfa 75 Gruppo A rappresenta un pezzo di storia per il Biscione ed il motorsport. In molti, poi, ricorderanno le versioni Turbo per le diverse gare Gran Turismo, ambito in cui Alfa segnerà pagine epiche. L’erede del modello prodotto ad Arese, infatti, sarà la 155 che, in versione DTM o ITC, porterà il Biscione a trionfare anche nel rinomato Campionato tedesco, battendo le rivali Mercedes, Audi e BMW. Insomma, Alfa Romeo, ancora oggi, identifica corse e storia grazie a modelli unici.



L’Alfa 155 ITC 1996 del MAUTO.
Si ringrazia il concessionario Car Classic Garage e Davide Peruzzi per la disponibilità e le informazioni.
[Autore articolo: Alessio Zanforlin]
Fonti informazioni verificate:
- Car Classic Garage e Davide Peruzzi, proprietario della vettura e dei relativi documenti ufficiali: www.carclassicgarage.com
- Museo dell’Automobile di Torino: museoauto.com
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by azetamotori 23 Dicembre 2022
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