Pagani Zonda R, la meccanica che canta ed incanta
Una vettura al limite sotto ogni aspetto. La storia dedicata ad uno dei mezzi più impressionanti e favolosi mai costruiti, pensato per stupire ed unire passione con tecnologia. Ecco la Pagani Zonda R.

Un elemento che sicuramente affascina quando si parla di motori è la meccanica. L’automobile, per definizione, è da sempre uno dei mezzi più complessi e completi da questo punto di vista, in cui la progettazione, l’aerodinamica ed, appunto, la meccanica si fondono per creare prodotti unici. Un esempio di tutto ciò è la Pagani Zonda R, vettura estrema tanto da essere ritenuta un’opera d’arte da molti appassionati.
Dove nascono i sogni
La Motor Valley non smette mai di stupire. Situata in Emilia – Romagna, la rinomata “Terra dei Motori” è la patria di opere d’arte automobilistiche e motociclistiche famose ed apprezzate in tutto il mondo. Tra i grandi nomi, ad esempio, si ricordano Ferrari, Lamborghini, Dallara e Ducati, oltre a storici ed iconici tracciati come l’Autodromo di Imola, il Misano World Circuit e l’Autodromo Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari. In questo contesto magico, perciò, i sogni non hanno limite, come dimostra la Pagani Automobili, realtà relativamente recente rispetto a quelle citate prima ma che ha saputo imprimere la sua identità.

La casa automobilistica con sede a San Cesario sul Panaro (MO), infatti, si è costruita una fama mondiale grazie ai suoi prodotti unici, raffinati e lussuosi. Le vetture prodotte dalla Pagani Automobili, perciò, sono simbolo di eccellenza ed artigianato italiano. Fin dalla nascita dell’azienda, avvenuta nel 1992, infatti, l’argentino Horacio Pagani ha espresso al meglio i propri concetti stilistici e tecnologici. Il primo mezzo che ha immediatamente suscitato curiosità per prestazioni e peculiarità è stata la famosissima Pagani Zonda. Quest’ultima verrà allestita anche in una versione “test” particolare, chiamata “La Nonna“, diventando la progenitrice delle vetture successive. Dal 1999, grazie alla Zonda, quindi, il nome della Casa modenese diventerà iconico.





“La Nonna” e la Zonda F.
L’avvento della Pagani Zonda R
“Non è “una” Supercar, è “La” Supercar“. Apriamo dunque il racconto della Pagani Zonda R con questa frase tratta dal sito ufficiale della Casa, affermazione “carismatica” che anticipa ciò di cui tratteremo. La vettura pensata e prodotta a San Cesario sul Panaro, infatti, è ideata esclusivamente per la pista e mai omologata in versione stradale. La Pagani Zonda R viene presentata tramite un modellino in scala al Salone di Ginevra 2007, attirando immediatamente gli occhi di tutti per le sue linee impressionanti. L’auto vera e propria, invece, verrà svelata nel 2009 in occasione del Vienna Auto Show.

La produzione di questo modello unico, dunque, avviene dal 2009 al 2011, dando vita a soli 15 esemplari esclusivi, sia per la qualità che per il prezzo ovviamente. In realtà, la Pagani Zonda R nasce dalla richiesta di un specifico cliente ed è ispirata alla versione F. La differenza sostanziale, oltre l’essere omologata solo per la pista come detto, è il passo, più lungo nella R. Il nome “Zonda” tra l’altro, per chi non lo sapesse, è un tributo ad un forte vento caldo che soffia nelle grandi praterie argentine. La R, invece, indica la parola “Revolución“.
Pagani Zonda R, scolpita dal vento
Passiamo alle caratteristiche della vettura. Innanzitutto, analizzando le dimensioni si hanno 4886 mm di lunghezza, 2014 mm in larghezza, 1141 mm di altezza ed un passo di 2785 mm. Il peso a secco è di 1070 kg, dato da una carrozzeria interamente in fibra di carbonio, materiale ben visibile grazie all’evidente trama. Anche grazie a questo, la Pagani Zonda R mostra un’estetica altamente sportiva, con linee da vera vettura da corsa.

Iniziando dal frontale, la biposto emiliana presenta una forma simile a quella della F ma, chiaramente, con l’inserimento di accorgimenti aerodinamici di livello, come splitter e condotti. Molto curioso il muso, pronunciato in avanti e particolare per la sua forma, anche grazie al sostegno centrale. Il cofano anteriore, poi, è scavato oltre che presentare dei canali per convogliare l’aria e generare carico sull’avantreno, un concetto molto simile a quello delle vetture Formula Uno. Lo studio aerodinamico è completato dalle prese d’aria sui passaruota insieme ad alcune appendici nella parte laterale bassa dell’anteriore. Interessante, infine, la forma dei proiettori, sottili ed allungati in verticale, e degli specchietti retrovisori.


La ricerca dell’efficienza aerodinamica
Scorrendo verso il posteriore, i flussi d’aria vengono convogliati lungo le fiancate ed il tetto dell’abitacolo, dove spicca una presa d’aria non troppo grande. Quest’ultima ha una forma che ricorda il logo Pagani, quindi sottile ed allungata, mentre il condotto si protrae fino al motore, alloggiato posteriormente, di cui parleremo in seguito. Oltre a questo elemento, il tetto è fornito di due prese d’aria NACA (per approfondire leggi “Ferrari 126 CK, la prima Rossa dell’era Turbo in F1“), quindi due elementi “scavati” che, in questo caso, consentono di convogliare i flussi al posteriore.

Il retrotreno, invece, presenta un vistoso diffusore che consente di estrarre l’aria dal fondo vettura piatto, oltre che generare carico anche sul posteriore. Questo avviene insieme ad un’importante ala, posizionata sul cofano motore, che crea un effetto opposto a quello generato sugli aerei, ovvero stabilizza e mantiene al meglio la vettura a terra. Per completezza è giusto far notare anche le prese d’aria ricavate nella parte bassa delle fiancate. Tutto, dunque, è pensato proprio come per un’auto da corsa di altissimo livello.

Il motore della Pagani Zonda R
Passando all’unità termica bisogna specificare che, prima di tutto, è semi portante per il telaio monoscocca in carbonio – titanio. Il motore, dunque, è un V12 a 60°, fornito dalla Mercedes e derivante direttamente dalla CLK – GTR, auto pensata per le gare Endurance sul finire degli anni ’90. La storia riguardante la scelta del motore, tra l’altro, è legata ad una precisa richiesta di Horacio Pagani per i propulsori tedeschi, basata sulla loro ottima affidabilità. Il V12 Mercedes longitudinale posteriore, lubrificato a carter secco, è in grado di erogare 750 cv ed una cilindrata di 5987 cc, mentre la coppia massima sviluppata è di 710 Nm.

La potenza è trasmessa alle ruote posteriori che spingono la Pagani Zonda R ad una velocità massima di oltre 350 km/h. L’accelerazione 0 – 100 km/h, invece, avviene in 2,7 secondi. Le elevate prestazioni del motore sono “moderate” dal controllo di trazione Bosch Motorsport, il quale permette di selezionare 12 stadi di configurazione. Inoltre, vi è un differenziale autobloccante. Il cambio, invece, è stato studiato appositamente per la Pagani Zonda R. Parliamo, quindi, di un XTrac 672 trasversale, sequenziale e robotizzato a 6 marce con innesti frontali, pensato con infusione in magnesio. La cambiata avviene in 20 millisecondi, impressionate.

Impianto di scarico, meccanica ed altre caratteristiche
La Pagani Zonda R è un concentrato di dettagli, precisione e tecnologia. Un altro esempio di tutto ciò, quindi, è l‘impianto si scarico pensato in Inconel idroformato e rivestito di ceramica, al fine di ottimizzare la dissipazione di calore. Le sospensioni indipendenti a triangoli sovrapposti (push rod), invece, presentano dei bracci forgiati in AvionAl, una lega di alluminio unito a rame, magnesio e manganese, già utilizzata su vetture da corsa del passato, come la Lancia LC2. La Pagani Zonda R, poi, è fornita di barra antirollio ed ammortizzatori regolabili Öhlins e di un braccio superiore a bilanciere con molla elicoidale.


Nulla, poi, è lasciato al caso: la bulloneria, ad esempio, è in titanio, fornita da Poggipolini. Pagani, inoltre, si è affidata al gruppo modenese Aspa per lo sviluppo di elementi a supporto di motore e scatola cambio, prodotti in ErgAl. Questa lega di alluminio, zinco e magnesio, infatti, è conosciuta per l’ottima resistenza meccanica. Inoltre, la supercar emiliana è dotata di un serbatoio aeronautico in gomma provvisto di 4 pompe che migliorano il pescaggio della benzina. Passando all’impianto frenante, la Pagani Zonda R è fornita di 4 dischi carboceramici autoventilanti Brembo, uniti ad un servofreno idraulico. I cerchi forgiati in magnesio, invece, sono da 19″ all’anteriore e da 20″ al posteriore, sui quali sono montati pneumatici specifici “Pirelli P Zero Pagani Zonda R“.

Pagani Zonda R, mix tra sicurezza e record
Importante anche il lavoro in merito alla sicurezza del bolide modenese. La Pagani Zonda R, infatti, è dotata di una gabbia con rollbar in tubi d’acciaio al Cromo – Molibdeno, mentre i sedili (sì, sono due) sono pensati come monoscocca in fibra di carbonio e compatibili con sistema Hans. Essi, inoltre, hanno cinture con attacchi a 5 punti. Per la vettura esposta a San Cesario sul Panaro, poi, la colorazione dei sedili Toora riprende la bandiera italiana. Il volante, infine, si sgancia esattamente come su una vettura da corsa, per poi essere appeso sul rollbar superiore.


Parlando invece di primati, la Pagani Zonda R è passata alla storia per il record sul giro ottenuto al Nurbrugring, sulla famigerata e storica Nordschleife, tracciato da 20,83 Km situato in Germania. La pista, infatti, è spesso ricercata dalle maggiori case automobilistiche produttrici di vetture estreme, al fine di testare i mezzi e tentare di ottenere il record del tracciato. L’impresa è riuscita anche a Pagani grazie alla Zonda R, percorrendo “L’inferno verde” in 6’47” ed ottenendo il primato nella categoria delle auto derivate da versioni stradali. Il successo è stato stabilito il 30 giugno 2010 per poi, in seguito, essere abbassato ulteriormente dalla versione Revolución (scritto per esteso) da 800 cv. Insomma, Horacio Pagani e la sua realtà vivono di passione e limiti da oltrepassare, ovviamente “Made in Motor Valley“. Per tutti questi motivi, dunque, San Cesario sul Panaro è parte dell’associazione “Città dei Motori“.

[Autore articolo: Alessio Zanforlin]
Fonti informazioni verificate:
- Pagani Automobili: pagani.com
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